Risveglio by Kelley Armstrong

Risveglio by Kelley Armstrong

autore:Kelley Armstrong [Armstrong, Kelley]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, horror, Juvenile Fiction
ISBN: 9788876251085
Google: 2k4vAwEACAAJ
editore: Fazi.
pubblicato: 2012-10-15T15:38:08+00:00


Ventidue

Feci un respiro profondo, anche se incerto, e mi passai una mano sul viso. Quando riaprii gli occhi vidi la sagoma di De-rek inquadrata nel vano della porta.

«Se pensi che qualcuno ci abbia sentiti, dovremmo raccattare le nostre cose e andarcene, no?», dissi con voce incredibilmente ferma. «Lo scheletro lo lasciamo qui, così lo troveranno e qualcuno si preoccuperà di seppellirlo».

Mentre parlavo avevo questa assurda idea che Derek potesse essere rimasto colpito da come avevo gestito la situazione, invece lui se ne stava lì, senza dire niente, a tormentarsi un brufolo.

«Mi dispiace essermi lasciata prendere dal panico quando mi hai…».

«Ti avevo proposto di andarcene in un altro posto se quello», disse indicando lo scheletro, «era un problema per te».

«Pensavo che non lo sarebbe stato, se non avessi evocato gli spiriti».

«Allora perché l’hai fatto?».

«Dormivo».

«Che cosa stavi sognando?».

Nel ripensare al sogno tacqui.

«Sognavi di evocarlo, vero?».

«M-ma io non…», balbettai, passandomi di nuovo una mano sul viso. «Le persone normali non riescono a controllare i propri sogni, Derek. Se tu ci riesci, posso solo farti i complimenti, sei più in gamba di tutti noi messi assieme».

«Ovvio che non ci riesco. Ma avresti dovuto immaginare che poteva succedere, con un morto così vicino. Avevi già fatto l’esperienza nell’intercapedine».

Lo sapevo sì, il rischio che correvo, specie dopo l’episodio dei pipistrelli. Lo stomaco mi aveva detto di andarmene fin dal primo momento, ma non avevo voluto cedere alla paura. Odiavo passare per fifona. Non volevo che Tori mi prendesse in giro, che Derek si arrabbiasse, che Simon restasse deluso. Volevo essere forte, ma ero stata solo stupida.

Ero decisa ad ammettere il mio errore e raccontare a Derek dei pipistrelli, ma quando vidi la sua espressione d’intollerante arroganza, quella faccia che diceva che lui aveva ragione e io ero solo una cretinetta sgallettata, cambiai idea. Non avrei ammesso alcunché.

«Tutto a posto?», chiese Simon emergendo da dietro la schiena di Derek.

«È… andato», dissi. «Lo spirito».

«Bene, perché mi sembra che stia arrivando qualcuno».

«E quando pensavi di avvertirci?», sbottò Derek.

«Datti una calmata, fratellino. Non volevo interrompere Chloe». Poi, rivolto a me, chiese: «Stai bene?».

«Ma certo che sta bene», s’intromise Tori comparendo alle spalle di Simon. «È lei che ha evocato quel… quella cosa. Dovrebbe essere lei, semmai, a chiedere a noi come stiamo, dopo che ci ha traumatizzato nel bel mezzo della notte!».

«Nonostante il trauma, vedo che sei riuscita a pettinarti», borbottò Simon.

«Ho afferrato la spazzola per usarla come arma nel caso…».

«Sbaglio o qualcuno ha detto che corriamo il rischio di essere scoperti?», la interruppi. «Forza, raccogliamo la nostra roba e andiamocene».

«Adesso dai pure ordini, Chloe?», commentò Tori.

«No, solo suggerimenti. Che sei liberissima d’ignorare. Se

preferisci, puoi rimanere qui e raccontare ai nostri visitatori la storia del morto».

«Giusto», disse una voce alle mie spalle. «Perché non me la racconti, ragazzina?».

In mezzo alla stanza c’era una sagoma scura, appena più di un’ombra nell’oscurità. Guardai gli altri ma nessuno si era mosso. Fissavano tutti me.

«Chloe?», mi chiamò Simon.

Un uomo uscì dall’ombra. Aveva lunghi capelli appena striati di grigio, ma dal viso gli avrei dato ottant’anni, tante erano le rughe.



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